Si è concluso oggi 8 agosto 2019 la cinquantesima sessione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on ClimateChange), il braccio scientifico dell’ONU, che si occupa dei Cambiamenti Climatici, insignito del Premio Nobel nel 2007 per l’apporto scientifico fornito su di un tema che ormai da tempo affligge l’intera umanità.

Nel suo intervento il Segreterio generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ha ribadito l’urgenza di agire immediatamente perché il clima è già cambiato, se si pensa che il mese di giugno 2019 è stato il mese più caldo di sempre, che l’anno 2019 sarà probabilmente tra i cinque anni più caldi di sempre e che il periodo 2015-2019 verrà ricordato come il quinquiennio più caldo di sempre.

Il segretario generale ha anche ricordato che il 23 settembre prossimo ha convocato un vertice sul clima, che sarà preceduto il 21 da un summit dei giovani sull’argomento. Guterres ha di nuovo invitato gli Stati nazionali a presentarsi al vertice di settembre con piani concreti e ambiziosi per ridurre le emissioni di gas serra del 45% da qui al 2030. E arrivare a bandire il carbone al 2050.

I risultati del  meeting IPCC appena concluso, saranno pubblicati in un rapporto sulla relazione esistente tra cambiamenti climatici e uso del suolo, dove si mostrerà la necessità di fermare la deforestazione e rendere sostenibile il sistema globale di produzione del cibo, se davvero voglimao contenere l’innalzamento della temperatura globale al disotto di 1,5 gradi centigradi.

Per gli studiosi dell’IPCC servono misure drastiche non solo in settori come energia, industria e trasporti ma anche per quanto riguarda l’uso della terra. Spazio quindi anche al tema della desertificazione e al ruolo che questa ha nei cambiamenti climatici, alle comunità vulnerabili, alla povertà e alla migrazione: tutti temi che verrano considerati e analizzati  nel rapporto in via di pubblicazione.