L’École française de Rome ha il piacere di invitarLa all’inaugurazione della mostra
Les Dames de Medma chez nous. Les offrandes d’un sanctuaire grec restituées par la photomodélisation
Le korai di Medma tra di noi. Gli ex voto di un santuario greco restuititi tramite fotomodellazione
mercoledi 23 febbraio alle ore 16:00
presso la Galleria dell’École française de Rome (Piazza Navona 62) e a seguire all’Accademia d’Ungheria (via Giulia 1)
La presente mostra sarà aperta fino al 9 aprile 2022.
R.S.V.P entro il 20 febbraio 2022 tramite il formulario seguente: https://www.eventbrite.it/e/265778870757
(posti limitati)
Gli ospiti sono pregati di presentare il Green Pass rafforzato. È obbligatorio indossare la mascherina.
Mostra a cura di: Ágnes Bencze (Università Cattolica Péter Pázmány di Budapest, centro di ricerca CeRCoLoc) e Franco Prampolini (Università Mediterranea di Reggio Calabria, Laboratorio SuMMA)
Con la collaborazione di: Soprintendenza ABAP Reggio Calabria-Vibo Valentia, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Università Cattolica Péter Pázmány, Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Accademia Nazionale dei Lincei, Dipartimento Patrimonio Architettura Urbanistica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, CeRCoLoc – Centro di Ricerche sulle Colonie Locresi dell’Università Cattolica Péter Pázmány
La classe più nota dei reperti archeologici rinvenuti nel territorio dell’antica Medma, l’odierna Rosarno (Calabria), è senz’altro quella delle statuette di terracotta, presentate al mondo scientifico in termini professionali per la prima volta da Paolo Orsi, nel 1914, ma già in circolazione sul mercato antiquario europeo e oltremare dalla fine dell’Ottocento. Testimoni di un gusto plastico originale e nello stesso tempo strettamente legato alla cultura visiva greca del tardo arcaismo e del periodo classico, le statuette, grandi busti e protomi, hanno conquistato i musei del mondo con la loro varietà e coerenza stilistica. Manca però tuttora uno studio basato sulla documentazione esaustiva dei complessi archeologici che ne rappresentano il contesto.
La mostra presenta al pubblico un aspetto metodologico – la digitalizzazione e fotomodellazione in 3D – di un progetto di ricerca, avviato nel 2017, che ha come scopo la catalogazione e lo studio sistematico dei materiali rinvenuti da Orsi nella stipe votiva di Contrada Calderazzo, a Rosarno.
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