Si è conclusa positivamente la missione organizzata dal Consorzio NET – soggetto gestore del Polo di Innovazione Ambiente e Rischi Naturali – e realizzata in Kenya nell’ambito del proprio programma di internazionalizzazione, facendo seguito alla  Convenzione stipulata nel mese di luglio 2019  insieme ad altri soggetti e soci di NET, con l’organizzazione IKSDP di Nyandiwa nella Regione del Gwassi, in rappresentanza  delle comunità locali della zona.

L’obiettivo della missione era di verificare la possibilità di localizzare presso il Centro IKSDP  di Nandiwa, una  sede operativa del Polo  dove avviare attività di ricerca  sui temi prioritari di tutela e valorizzazione di aree ambientalmente fragili e  di sperimentazione di “pratiche” di contrasto e  adattamento ai cambiamenti climatici. La sperimentazione di interventi e progetti in realtà, come il Kenya, dove le problematiche di sviluppo sostenibile sono evidenti ed urgenti e dove gli eventi estremi si susseguono con estrema rapidità e intensità, oltre a rappresentare una grande opportunità per imprese e istituzioni aderenti a NET, possono fornire metodi e buone pratiche da cui trarre indicazioni e fare riferimento per la realizzazione di azioni concrete di sviluppo sostenibile ed innovazione anche nella realtà calabrese.

Alla missione hanno partecipato Pietro Milasi, Direttore Generale di NET; Pietro Polimeni, Responsabile Infrastrutture di Ricerca di NET; Nicola Pacini, biologo, Ricercatore dell’Università UNICAL e “focal point” in Kenya del Progetto SASS (Sistemi Alimentari e Sviluppo Sostenibile) e in particolare del Naivasha Basin Sustainability Initiative, progetto in corso di realizzazione in Kenya e Tanzania da parte di un consorzio di Università italiane guidate dalla Bicocca di Milano con la partecipazione della Cattolica, Pavia, Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) e lo European Centre for Development Policy Management di Maastricht.  Il gruppo è stato coadiuvato in loco dal responsabile dell’IKSDP Antonio Labate e dal  Prof.  Ralf Udo  Mueller dell’Università di Postdam – Germania, già in zona per studi sulla  biodiversità dell’area.